Bali Capitolo Zero: “Prigionieri” sull’isola dello spirito.

Written by passengerzero

30 Maggio 2017

Ormai ho perso il conto delle volte che gli imprevisti capitati durante il viaggio mi hanno lasciato stupefatto. Se esistono parole che descrivono al meglio l’inizio della mia esperienza balinese sono certamente quelle pronunciate da un monaco yoga del nord dell’isola, il giorno che mi ha visto arrabbiato:
– Perché sei arrabbiato? Per un imprevisto? Ma tu sai già se questo accadimento inaspettato sarà stato un bene o un male? Aspetta almeno di vedere cosa ne viene fuori. Potresti scoprire che  molti cambiamenti, anche quando non sembra, sono per il meglio. –
Ricordo che quella frase mi calmò all’istante.
C’è una lista infinita di svantaggi nell’essere un viaggiatore impulsivo e disorganizzato come me. Tuttavia, qualche volta, smarrire la rotta è l’unico modo per arrivare a trovare quelle cose che erano sfuggite ai nostri piani ponderati.
Marika ed io arriviamo al check-in dell’aeroporto di Auckland con in mano i nostri biglietti per Bali. Siamo tristi nel lasciare gli amici neozelandesi e questa terra magnifica che ha regalato esperienze indimenticabili. Dall’altro lato c’è l’eccitazione per la prima visita all’Asia. Già sto prefigurando il mio arrivo nell’isola dei templi con tutta la sua cultura e la sua spiritualità, quando la signorina della compagnia aerea mi fa cadere dalle nuvole. A quanto pare non possiamo imbarcarci se non abbiamo un volo di uscita da Bali!
Nessuno ce lo aveva detto e sul biglietto non era menzionato nulla a riguardo.
Non ci sono scuse che tengano: devo aprire il mio laptop e mettermi a cercare online un biglietto aereo. Non abbiamo un programma preciso quindi non so quale data scegliere né la destinazione. Avevamo ventilato qualche ipotesi circa fare visita ad alcuni paesi del sud est asiatico, ma quali?
Apro la cartina del mondo e, da quello che vedo, sembra che il paese sulla nostra lista più facilmente raggiungibile da Bali sia il Vietnam. Resta il problema della data. Una pubblicità sul sito parla di biglietti con assicurazione per cancellazione o modifica di destinazione e data di partenza. Sembra quello che fa al caso nostro. Il volo costerà certamente di più, ma così, stando a quanto dice la pagina web, potremo decidere con tutta calma a quando e verso dove spostare il nostro volo. Il nostro visto ci permette di rimanere a Bali per trenta giorni. Decido di prenotare il volo per l’ultimo giorno utile sul nostro visto pensando che farò sempre in tempo ad anticipare la data di partenza.
Torniamo dalla signorina del check-in giusto in tempo per non restare chiusi fuori. Il resto della nostra permanenza sul suolo neozelandese è una corsa per arrivare in tempo al gate.
Dopo dieci ore di aereo con uno scalo a Brisbane, atterriamo finalmente sull’isola indonesiana di Bali.
Da quando usciamo dall’aeroporto ci rendiamo conto che questo è proprio il posto che stavamo cercando.
Un’altra cosa di cui ci renderemo conto solo dieci giorni più tardi è che la nostra assicurazione sulla modifica del volo di uscita è sostanzialmente una fregatura. Dopo aver visitato le attrazioni che ci interessavano e aver trascorso giorni fantastici tra templi, foreste e spiagge incantevoli, siamo finalmente pronti a lasciare l’isola. Al momento di spostare la data del volo, però, la compagnia ci preventiva costi che eccedono di gran lunga il prezzo del biglietto per il Vietnam. A quel punto le soluzioni sono due: gettare via i soldi del volo che abbiamo acquistato e procurarci un biglietto nuovo oppure restare a Bali per altre due settimane consumando così un mese intero sull’isola.
A nessuno di noi due piace l’idea di buttare via dei soldi, mentre a entrambi non dispiace affatto restare “prigionieri” di un’isola meravigliosa per altre due settimane.  
Da quel momento inizia la nostra vera avventura balinese. Per contenere i costi del soggiorno e per dare un senso più profondo alla nostra permanenza, decidiamo di fare del volontariato. Questa idea mi era già frullata in testa, ma credo che senza l’imprevisto con il biglietto aereo avrei ceduto alla pigrizia e avrei lasciato Bali.
Si vede che non era proprio tempo di andarsene. Una serie di eventi concatenati ci ha portato a vivere da veri balinesi e a sperimentare sulla nostra pelle una cultura antica e lontana dalla nostra che lascerà un segno indelebile nei ricordi e nel cuore.
Ti racconterò di un’isola tanto speciale da sembrare incantata, di templi custoditi nelle foreste e abitati dai monaci e dalle scimmie, di una spiritualità traboccante da ogni via e da ogni cortile, di mari cristallini dove si nuota con le tartarughe e di un’umanità viva e colorata che ha mantenuto un cuore puro e l’anima intatta.
I giorni di Bali sono stati i giorni dello spirito.

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