Un giorno di ordinaria gratitudine.

Written by passengerzero

7 Marzo 2023

Premessa: questo articolo è stato scritto alla fine di luglio 2019 ma mi è tornato in mente solo l’altra sera. Quando l’ho scritto mi trovavo nel mezzo della stagione estiva come trip leader nelle Dolomiti. Verrebbe da chiedersi perché non è stato pubblicato subito… è presto detto: quello stesso giorno mi sono improvvisato web master mandando in cacca il sito che è rimasto offline per un po’; tutto questo prima che il meccanico mi spennasse vivo per cambiare la vaschetta del raffreddamento della macchina. Insomma, alla fine di quella giornata non è che mi sentissi proprio in vena di ringraziare… tuttavia avrei dovuto. Tutte le cose che avevo scritto quella mattina avevano valore allora (nonostante il meccanico) e ce l’hanno anche adesso che un nubifragio tormenta la mia piccola cabina in mezzo ai boschi sull’Arthur’s Pass.
Dopotutto la gratitudine va coltivata e a volte la pioggia serve anche a questo.
Buona lettura, dunque.

Biciclettata attraverso le Crete Senesi

La sveglia ha suonato molto presto ogni mattina negli ultimi quaranta giorni. Non c’è molto tempo per meditare quando la stagione va verso il picco; giusto una decina di minuti di respirazione prima di cominciare: c’è da pensare alle logistiche della giornata, c’è da vedere il percorso e le deviazioni, ci sono le bici e l’attrezzatura da preparare, c’è da decidere in quali punti supportare il gruppo, c’è da fare stretching prima di mettersi in sella o da caricare tutto sul furgone prima di mettersi al volante; poi una colazione d’albergo che sembra il cenone dell’ultimo dell’anno… e via!
Tra un imprevisto e l’altro la giornata passa in un lampo.
È sera: smetti i panni del power ranger sudato, corri in doccia, infilati gli abiti di gala, accorda il sorrisone e vai alla degustazione di vini e alla cena nel ristorante stellato che al terzo viaggio di fila inizi a rimpiangere un semplice brodino caldo consumato in pigiama, sul divano, davanti alla tv.

Ho aspettato tutto l’inverno di ricominciare la stagione come Trip Leader e mi è mancata la dinamicità di questo lavoro che tanto bene si sposa con la mia voglia d’avventura. Ho cominciato in Toscana il 14 di maggio e da allora non mi sono praticamente mai fermato. Qui alle Dolomiti ho avuto finalmente tre giorni liberi ( nei precedenti 38 giorni ne ho avuti 2); I primi sono volati nella sonnolenza, nei compiti al computer e in qualche giro a piedi o in mountain bike. Già domani si riparte con un altro tour, perciò resta solo questo piccolo momento.

Risveglio con vista sul mitico Sassolungo, un’altro dei luoghi che ho la fortuna di chiamare “casa”.

Stamattina mi sono svegliato e finalmente ho potuto uscire sul balcone e fermarmi semplicemente a guardare il Sassolungo, bello come non mai, che svetta alle spalle della pineta.
Non ho pensato a niente mentre uno spiffero d’aria si faceva largo attraverso le vie respiratorie fino a pizzicare le corde vocali per far risuonare uno spontaneo “grazie” che è risultato percepibile probabilmente solo al mio orecchio.

Le fatiche compiute in questi ultimi mesi sono state forse le più intense di sempre: il libro, la musica, il lavoro da insegnante, quello di trip leader (con i relativi allenamenti pre-stagione), le diete, lo yoga, la meditazione, la lettura…
Tutti i miei centri hanno dovuto lavorare e collaborare per tenere in vita la macchina dei miei progetti che, da buon sognatore, sono tanti e sono grandi. Tuttavia, i miei centri e la mia forza non avrebbero potuto molto senza il sostegno di alcune persone e di alcune situazioni.

Backroads Leader 4

Ecco il motivo di quel “grazie” ed ecco perché voglio cercare di articolarlo meglio:
– grazie perché ho un corpo fisico che, nonostante qualche acciacco, mi permette di lavorare ad alta intensità, di scalare le montagne, di nuotare nel mare e di inseguire il richiamo della vita praticamente ovunque esso mi voglia portare.
– grazie perché ho preso abbastanza legnate da diventare un tipetto piuttosto coraggioso, di modo che la paura non sia più capace di fermarmi.
– grazie perché la mia famiglia e le persone che amo stanno bene, il che mi dà una nuova serenità che ho imparato a non dare mai per scontata.
– grazie perché i semi che ho piantato e curato con la massima dedizione stanno germogliando in qualcosa di davvero bello da raccontare.
– grazie perché ho la capacità di raccontare e la fortuna di avere qualcuno che mi ascolta.
– grazie a chi mi aiuta. E sono tanti, e sono bravi, e che Dio vi benedica.
– grazie ai miei lettori, a chi mi ha recensito, a chi mi ha scritto un biglietto, a chi ha suonato alla porta di casa per abbracciarmi, alla signora che ha recuperato il mio numero di telefono e mi ha chiamato qualche giorno fa per parlare del libro con me, alla ragazza che passa un periodo difficile e che ha trovato in quelle parole l’ispirazione per partire; a chi recita a memoria le frasi e a tutti coloro che mi aiutano a passare il messaggio… quanta soddisfazione per un ometto piccolo così!
– grazie alla natura che restituisce sempre l’identità.
– grazie alla bellezza dei posti che ho la fortuna di vivere.
– grazie ai miei studenti, ai miei colleghi e ai miei co-leader.
– grazie perché tutto ciò che faccio l’ho scelto di persona… e non è solo per me.
– grazie perché io non sono solo per me, perché non finisco in me.

Come mai spendo un’ora e mezza dell’unica giornata libera a ringraziare? Perché quando corriamo e pensiamo sempre in avanti diventa facile scordarsi la strada da cui siamo venuti e perché la gratitudine funziona molto meglio del caffè per iniziare una bella giornata.

 

 

 

1 commento

  1. kalea mullett

    Bravo piccolo uomo 😉

    Rispondi

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